I dati presentati ieri da Bankitalia sulla Regione Emilia-Romagna non mi fanno piacere. Il nostro è un territorio ricco, un territorio pieno di creatività di capacità di iniziativa e dobbiamo chiederci in che modo favorire la ripresa degli investimenti e una produttività che ci faccia recuperare il terreno che abbiamo perso.
Sono dati che vanno contro la narrazione di una Regione in cui va tutto bene, leader in Italia e nel mondo, una Regione in cui non c’è niente da imparare, nulla da migliorare. È la narrazione che ho sentito in tutti questi primi sei mesi di giunta e di governo De Pascale, è una narrazione che va cambiata. Dobbiamo chiederci in che modo aiutare le aziende, in che modo possiamo incoraggiare gli investimenti. In questi mesi che provvedimenti sono stati fatti in questo senso? La manovra più importante che è stata fatta ha comportato un aumento delle tasse.
I dati sul lavoro sono quelli più preoccupanti. Nel report di Bankitalia si legge che abbiamo avuto un +0,4% rispetto a una media nazionale del +1,5%. E guardando dentro questo dato emerge che è legato solo ad un aumento dell’occupazione maschile. Faccio un esempio: cosa fa la nostra Agenzia regionale del Lavoro? Che risultati ha avuto con un investimento di 119 milioni di euro nel 2024? Noi dobbiamo essere capaci di sfruttare al meglio tutte le risorse che abbiamo per la crescita.
Si possono fare anche altri esempi… Le costruzioni sono in leggero rialzo in relazione agli investimenti pubblici, ma del Decreto Salva Casa che cosa faremo? Metteremo i bastoni fra le ruote a chi vuole rigenerare e modificare per migliorare? Oppure, sul tema delle aree idonee, che cosa abbiamo intenzione di fare?
E quando faremo un passo deciso sulla semplificazione per rendere la vita meno difficile a chi fa impresa? A che punto siamo con i 70 punti identificati già nel 2022 all’interno del Patto per il Lavoro e per il Clima? Possibile che non si riesca ad andare avanti sulla semplificazione? Siamo ancora fermi al 2022.