Le sei sfide
La nostra Regione è diventata grande per la sua creatività e i suoi talenti: è ora di rimetterli in campo per una proposta nuova e partecipata, mettendo al centro il bene della comunità. Vogliamo coinvolgere tutti e lo vogliamo fare seguendo il modello della co-progettazione. Per creare assieme, in un dialogo fra pari dove ogni voce conta e ogni mente aiuta.
Quello che propongo e sui cui invito tutti a collaborare è una visione nuova e diversa del governo della Regione, più vicina alle persone: nasce da qui un programma condiviso, partecipato e partecipe.
LE SEI SFIDE PER GOVERNARE INSIEME
La prima sfida è legata alla vita della gente, alla valorizzazione del capitale umano attraverso una politica di welfare che supporti le famiglie e tutte le persone che si prendono cura ogni giorno dei bambini, dei giovani, degli anziani, di chi è malato, dei più fragili, di chi ha disabilità.
Senza questo supporto è impossibile costruire le condizioni per invertire il trend demografico che pone l’Italia e anche la nostra Regione ai livelli più bassi delle classifiche mondiali e dare concretamente la possibilità di una vita buona a tutte le età, in qualunque condizione uno si trovi.
È una sfida possibile solo ascoltando le persone, migliorando l’efficacia dei servizi pubblici, valorizzando il terzo settore e l’iniziativa di un popolo “del fare” come quello emiliano-romagnolo.
PER UNA POLITICA DI WELFARE CHE SUPPORTI LE FAMIGLIE, A FIANCO DEL TERZO SETTORE ASCOLTANDO LE PERSONE
La seconda sfida riguarda la sanità, alla quale viene destinato oltre il 70% del nostro bilancio. Il nostro servizio sanitario continua a funzionare grazie a professionisti competenti che si spendono senza risparmiarsi, non per un’organizzazione e una programmazione che li ostacola anziché valorizzarli (il disagio dei medici e degli infermieri è quotidianamente sotto gli occhi di tutti). Ecco perché urge puntare all’innovazione, alla costruzione di nuove soluzioni per offrire servizi e percorsi sempre più personalizzati e attenti alle esigenze di cura e salute delle singole persone.
SERVE UN Servizio DI SERVIZI SUL TERRITORIO, PER PRENDERE DAVVERO IN CARICO IL CITTADINO
Accanto ad una rete di ospedali, sempre più interconnessi, specializzati, capaci di gestire emergenze e casi complessi, occorre un sistema di servizi sul territorio che si prenda veramente in carico il cittadino, non lasciandolo da solo a vagare per servizi (soprattutto i più fragili, i non autosufficienti e chi li ha in carico) in un percorso orientato anche a sostenere le cure al domicilio.
Indispensabili perciò gli apporti della sanità privata accreditata e del Terzo settore (un esempio per tutti la rete di supporto ai malati oncologici costruita da Ant) con una regia pubblica che assicuri efficacia e tempestività della cura (e abbatta le intollerabili liste d’attesa). È doveroso mettere al centro la persona che soffre, con il suo nome, la sua domanda, la sua presa in carico globale e non semplicemente un sistema di prestazioni e di procedure standard. Urge perciò rimotivare e innovare la rete dei medici di famiglia e dei pediatri, come accesso e orientamento fondamentale alle cure e al servizio sanitario.
Centrale in questa visione è il coinvolgimento di tutti i professionisti della salute, nell’innovazione e nella costruzione dei processi organizzativi e nell’utilizzo delle straordinarie opportunità offerte dalle tecnologie digitali. Il servizio sanitario non può essere solo diagnosi e cura: da qui il rilancio della promozione della salute e della prevenzione come compito distintivo, connesso a tutte le politiche pubbliche. Leggi i 15 punti del programma che vogliamo attuare per costruire la salute a partire dalle persone: leggi qui.
La terza sfida riguarda il potenziamento della proposta didattica e educativa di tutte le nostre scuole, per dare a tutti i nostri figli la stessa possibilità di crescere e di acquisire le chiavi per costruire il proprio futuro. Non si possono concentrare le principali attenzioni solo sulla fascia di età 0-6 anni.
Dopo che i figli hanno compiuto 6 anni chi supporta i genitori e le famiglie nel proprio compito educativo? È dentro le aule di scuola che si cresce e si impara a dire “noi”. Dobbiamo dare a tutti, soprattutto a chi parte da una condizione svantaggiata e ha delle fragilità, la possibilità di un’educazione di qualità, rispettando i talenti e le capacità di ognuno. Per tutti va garantita una proposta didattica alta. Le scuole e le famiglie in questo vanno aiutate.
Ci sono divari e ritardi che devono essere superati. Al centro devono esserci i nostri bambini e i nostri giovani, non la tutela dei diritti acquisiti degli adulti e le possibilità che derivano dall’appartenenza ad un certo ceto sociale ed economico. Attivare anche in Emilia-Romagna la filiera dell’istruzione e formazione professionale iniziale, bloccata dal 2003, sarebbe il primo segnale di questa attenzione!
una proposta didattica alta per dare a tutti la possibilità di una educazione di qualità
La quarta sfida riguarda il lavoro, il mondo della piccola, media, grande impresa e quello delle professioni.
Dobbiamo saper utilizzare, promuovere e valorizzare il capitale di innovazione tecnologica e di ricerca presente nel nostro territorio per il potenziamento delle filiere strategiche territoriali, che comprendono la filiera allargata della manifattura, della logistica, dell’artigianato, dell’agricoltura e del turismo.
Supportare i diversi mondi professionali e le realtà delle cooperative che hanno segnato da sempre un modo nuovo di concepire l’impresa per pensare a nuove traiettorie di sviluppo futuro.
L’obiettivo è favorire veramente l’iniziativa di chi vuole investire nel nostro territorio, attraverso lo snellimento della burocrazia, il supporto reale per l’accesso ai finanziamenti europei, la valorizzazione di chi supporta lo sviluppo della filiera tecnico-professionale e di chi, facendo impresa, a tutti i livelli, aiuta con un welfare integrativo i propri lavoratori.
snellire la burocrazia, per un supporto reale al tessuto produttivo
La quinta sfida riguarda la possibilità di tenere insieme le politiche di sviluppo urbanistico e delle infrastrutture, quelle della mobilità e la salvaguardia del territorio e le necessità dell’abitare. Abbiamo un’unica casa comune che dobbiamo tutelare, valorizzare ed abitare insieme. Non possiamo mettere in contrapposizione due cose giuste: la tutela dell’ambiente e la qualità della vita di chi quell’ambiente lo deve abitare.
Occorre fare lo sforzo di costruire una visione complessiva, condivisa e sostenibile che abbia al centro le persone, le relazioni e le comunità a cui esse danno vita, nella società, nelle città, nel territorio.
Occorre superare le ideologie, le contrapposizioni e le semplificazioni. Si tratta di problemi complessi che richiedono competenze alte e visione in chi amministra. Occorre uscire da una logica dirigistica e di controllo premiando chi fa bene e chi si prende delle responsabilità. Occorre certezza delle norme e semplicità nell’applicazione.
tutela dell'ambiente e qualità della vita: non deve esistere contrapposizione
La sesta sfida investe il mondo indispensabile della Pubblica Amministrazione.
Senza la competenza e la dedizione di chi lavora all’interno della Pubblica Amministrazione, le politiche e i programmi più generosi rischiano di restare inefficaci e sterili. Governare insieme per noi significa collaborare attivamente, in piena trasparenza, con tutta la comunità di chi opera nella PA.
Abbiamo tutti visto nelle emergenze che ci hanno colpito – alluvioni, sisma, disastri – che servono servizi pubblici e dirigenti all’altezza delle sfide che ci attendono. Urge più che mai rimotivare, innovare e valorizzare il mondo della Pubblica Amministrazione, premiando chi s’impegna con competenza e dedizione.
Collaborare attivamente, in piena trasparenza, per rimotivare, innovare e valorizzare
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