Il plauso del Presidente dell’Assemblea legislativa e dei consiglieri di maggioranza per il ritiro delle sanzioni da parte dell’organo di garanzia del Liceo Minghetti solleva una questione che merita una riflessione profonda. La scuola autonoma non ha bisogno dell’intervento della politica per stabilire cosa sia giusto fare: ogni ingerenza rischia di minare l’autorevolezza degli organi scolastici.
Giustificare un’occupazione illegittima come strumento di espressione studentesca, come avvenuto nella risoluzione presentata giovedì in commissione (clicca qui per leggerla), non contribuisce alla crescita del protagonismo dei ragazzi né allo sviluppo del loro pensiero critico. Il dialogo tra generazioni si indebolisce quando viene meno il rispetto di regole condivise, indispensabili per garantire la convivenza civile e la libertà di ciascuno.
E l’occupazione da parte di 50 studenti che ha impedito a oltre 1000 alunni di andare a scuola, assume una gravità ancora maggiore se si considera che il dirigente scolastico aveva offerto alternative di confronto costruttivo, come l’autogestione.
La vera sfida è che i ragazzi possano essere protagonisti sempre, in ognuna delle mille ore di scuola che fanno ogni anno. Che spazio hanno le loro domande e quello che sono a scuola?