La salute digitale dei bambini e degli adolescenti è una priorità non più rimandabile. È per questo che ho presentato una risoluzione per chiedere alla Giunta regionale di estendere a tutte le ASL dell’Emilia-Romagna il progetto pilota che a breve sarà adottato dalla ASL Romagna, finalizzato alla prevenzione dell’uso degli strumenti digitali in età evolutiva e all’educazione dei bambini e degli adolescenti ad un corretto uso dei dispositivi.
Negli ultimi anni la diffusione delle apparecchiature digitali ha infatti raggiunto tutte le fasce di età, esponendo i minori ad un uso improprio delle stesse, spesso senza che gli adulti ne siano del tutto consapevoli. L’esposizione precoce dei bambini agli stimoli digitali, in particolare un utilizzo eccessivo, ha effetti negativi come documentato da studi recenti: può avere ripercussioni importanti sullo sviluppo, sull’apprendimento, sulla salute fisica e mentale, oltre che sulla qualità della vita familiare.
È in questo contesto che a Rimini nel 2024 i Pediatri di Famiglia in collaborazione con il Dipartimento Salute Donna Infanzia ed Adolescenza, hanno ideato un percorso innovativo per affrontare queste problematiche dilaganti. Innanzitutto, il progetto prevede il coinvolgimento dei futuri genitori e dei genitori di bambini di età fino ai 2 anni nell’applicazione di possibili azioni preventive per ridurre il rischio di danni futuri legati all’utilizzo precoce e inappropriato degli strumenti digitali. Anche con materiale informativo consegnato nei punti nascita.
I pediatri di Rimini, poi, hanno introdotto una nuova procedura sanitaria nelle periodiche visite di controllo: il Bilancio di Salute Digitale (BSD). Questo strumento ha lo scopo di valutare le abitudini digitali, lo screen time e i contenuti digitali visionati dal minore, per prevenire e contrastare eventuali abitudini digitali nocive. Se nel Bilancio vengono rilevati comportamenti a rischio o addirittura di pericolo si attivano alcuni iter che vedono in azione il pediatra ed eventualmente uno psicologo. In linea di massima il pediatra fornisce ed illustra la guida sulla salute digitale, poi rivedrà le famiglie a distanza di 3 mesi. Se permangono fattori di rischio/pericolo, allora il pediatra potrà suggerire una valutazione psicologica.
In aggiunta, a Rimini è stato avviato anche un progetto multidisciplinare per offrire una formazione specifica sul corretto uso del digitale in età infantile e adolescenziale ai professionisti sanitari (ostetriche, ginecologi, neonatologi, pediatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, assistenti sociali, operatori del SERD) e socio-educativi (insegnanti di nidi e scuole dell’infanzia, operatori dei Centri per le Famiglie).
Prevenzione, formazione e coinvolgimento di tutti i soggetti partecipi della crescita dei bambini: il modello merita di essere esteso a livello regionale. Il progetto originale, però, considera solo i primi 1000 giorni di un bambino. Come ho espresso nella risoluzione, invece, sarebbe opportuno che il Bilancio di Salute Digitale, e le attività ad esso connesse, siano estesi a preadolescenti e adolescenti.