A Bologna, nel cuore della zona universitaria, tende, presidi, occupazioni e persino barricate sono ormai diventati la normalità. Dopo la manifestazione dei 50.000 e i cortei quotidiani, assistiamo a un’escalation che nulla ha a che vedere con il libero diritto di espressione e che somiglia sempre più a una vera e propria militarizzazione ideologica di spazi pubblici.
Mentre i collettivi parlano di mobilitazione “permanente”, occupano aule, impediscono l’accesso a luoghi di studio, innalzano barricate in via Zamboni e trasformano l’università in terreno di scontro politico, la Giunta Lepore continua a minimizzare, a voltarsi dall’altra parte e a lasciare soli cittadini e studenti che vorrebbero semplicemente esercitare il loro diritto a studiare in tranquillità.
La verità è che a Bologna non esiste più alcun equilibrio tra libertà di manifestare e rispetto delle regole. La città è ostaggio di minoranze rumorose, che pretendono di imporre la propria agenda politica bloccando spazi e attività. E tutto questo avviene senza che l’amministrazione comunale batta un colpo.
La Giunta Lepore non può nascondersi dietro la retorica del dialogo: servono responsabilità, regole certe e sicurezza. È inaccettabile che il cuore culturale e accademico di Bologna venga trasformato in una zona franca, dove le regole della convivenza civile sono sospese e l’istituzione si limita a dichiarare che “è tutto tranquillo”.
Bologna merita un’amministrazione capace di difendere la libertà di tutti, non solo di chi alza più la voce.