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Altro che immobilismo del governo: tocca alla Regione rimboccarsi le maniche

3 Settembre

Le accuse di De Pascale al Governo Meloni – immobilismo, mancata reazione al calo industriale e blocco sul fronte energia – questa mattina, a margine dell’assemblea di Farete, non convincono.

A che titolo può parlare di immobilismo un presidente che in otto mesi ha emanato come unico atto davvero incisivo l’aumento delle tasse per sanare i buchi del bilancio sanitario?

Se come Paese fossimo fermi non saremmo già arrivati alla possibilità, annunciata dalla presidente della BCE Christine Lagarde, di un’uscita anticipata dalla procedura per disavanzi eccessivi, a differenza di Francia e Regno Unito.

Se fossimo fermi non ci sarebbero dati incoraggianti sul fronte dell’occupazione: in base all’ISTAT, a luglio gli occupati crescono ancora e la disoccupazione scende al 6%.

Forse si è dimenticato che Bankitalia, nella nostra regione, ha segnalato nel 2023 una crescita dell’occupazione dello 0,4% contro l’1,5% della media nazionale (trainata quasi esclusivamente dal lavoro maschile) e un aumento del PIL dello 0,4% rispetto al +0,7% nazionale.

Perché De Pascale non dice che le imprese emiliano-romagnole, in questi giorni, d’accordo con il suo assessorato, stanno siglando patti per lo sviluppo industriale con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy che porteranno ingenti risorse per lo sviluppo e l’innovazione?

Sulla questione dell’energia è urgente muoversi, ma sulla questione delle infrastrutture dobbiamo dire che siamo ancora in attesa di vedere il piano regionale.

Forse è più comodo difendere la narrazione di una Regione che non ha nulla da imparare, invece di rimboccarsi le maniche e pensare alle leve su cui agire per far tornare davvero l’Emilia-Romagna la locomotiva d’Italia.

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