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Aggressione Casalecchio. Su minori stranieri e sicurezza serve responsabilità istituzionale, non slogan

9 Agosto

In merito all’episodio avvenuto alla stazione di Casalecchio che ha visto coinvolti sette minorenni stranieri denunciati per tentata rapina, esprimo la mia ferma condanna e grande solidarietà al giovane aggredito. Avere il timore di camminare nella propria città è profondamente ingiusto, costringe a vivere in modo diverso la giovinezza. Non possiamo sopportare atti simili, ma non possiamo limitarci a risposte evasive che negano i problemi, a risposte emotive o strumentali.

È necessario affrontare le criticità di un sistema di accoglienza che, nella sua configurazione attuale, non sempre riesce a garantire percorsi efficaci di inclusione e responsabilizzazione per i minori stranieri non accompagnati. I minori stranieri non accompagnati presenti nella nostra regione ad oggi sono oltre 1.350, il 36% di loro vive nella provincia di Bologna (l’Emilia-Romagna è la quarta regione in Italia per presenze).

L’esperienza dell’accoglienza dei minori ucraini giunti in Emilia-Romagna dopo l’invasione russa ha dimostrato che l’inserimento in famiglie, all’interno di reti parentali o sociali già attive può funzionare. Ad oggi, la maggior parte dei minori stranieri presenti in regione vive in comunità educative, spesso in sofferenza per carenza di risorse, continuità educativa e personale formato.

Un contribuito importante che dovrebbe essere valorizzato in modo adeguato è quello dei tutori volontari che si potrebbero affiancare alle comunità. Nonostante il percorso formativo e l’iscrizione all’albo regionale, la maggior parte di loro non ha mai ricevuto l’assegnazione di un minore. È un dato preoccupante, che mette in luce la necessità di rafforzare la collaborazione tra istituzioni, in particolare con il Tribunale per i Minorenni, per garantire la valorizzazione di queste figure in affiancamento e per rilanciare il sistema dell’affido come possibile alternativa alla comunità.

Anche le scuole, spesso lasciate sole nell’affrontare bisogni educativi e relazionali complessi, vanno sostenute con strumenti adeguati.

Bisogna inoltre porre maggiore attenzione alla delicata fase del passaggio alla maggiore età. In quel momento, molti ragazzi si ritrovano privi di punti di riferimento, a rischio di marginalità e devianza. È qui che si gioca la sfida della genitorialità sociale, da attivare su richiesta dei ragazzi, con percorsi che non si limitino alla formazione al lavoro ma che offrano contesti stabili e relazioni significative.

La sicurezza è un diritto di tutti, e chi amministra ha il dovere di garantirla. Servono visione, responsabilità e investimenti in inclusione reale. Senza una proposta educativa e un accompagnamento personale, non è possibile un’integrazione vera.

Distribuzione per provincia di MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati ) con dati al 30 aprile 2025:
Bologna (36,1%); Ravenna 9,4%; Forlì e Cesena 8,7%; Modena 8,5%; Reggio Emilia 8,4%; Parma 8,1%; Rimini 7,8%; Ferrara 7%; Piacenza 6%

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