In Emilia-Romagna migliaia di cittadini stanno ricevendo solleciti di pagamento per ticket del Pronto Soccorso risalenti a prestazioni di 3, 4 o persino 5 anni fa. In alcuni casi si tratta di prestazioni che, fino al 2024, erano considerate “appropriate” e quindi esenti dal pagamento. Nonostante ciò, le Aziende sanitarie chiedono di saldare entro 30 giorni, con l’avvertenza che in caso contrario scatterà la procedura di recupero crediti con aggravio di spese.
È per questo che ieri ho presentato un’interrogazione scritta alla Giunta regionale. Voglio capire come sia possibile che, tra il 2018 e il 2024, non siano stati riscossi oltre 53 milioni di euro di ticket e che i cittadini si vedano recapitare la prima richiesta di pagamento a distanza di anni. Nessuna azienda normale si comporterebbe così: non comunicare chiaramente cosa è dovuto, non incassare per anni e poi avviare solleciti tardivi.
Una gestione di questo tipo non può che portare al taglio dei servizi. Il rischio è che l’inefficienza amministrativa ricada ancora una volta sui cittadini, che invece dovrebbero essere i protagonisti e i destinatari di un servizio sanitario efficiente, trasparente e rispettoso delle regole.
La situazione è doppiamente ingiusta: molti cittadini non hanno più i referti di dimissione necessari per dimostrare l’esenzione; altri li hanno presentati, ma hanno ricevuto risposte vaghe e la conferma dell’obbligo di pagamento. Tutto questo segnala non solo una gestione inefficiente, ma anche una mancanza di rispetto nei confronti delle persone.
Con la mia interrogazione ho chiesto alla Giunta di chiarire innanzitutto perché i solleciti vengano inviati con così grande ritardo, creando incertezza e disagi per i cittadini. Ho domandato inoltre per quale motivo non sia stata garantita un’informazione chiara e tempestiva sui criteri di appropriatezza e sulle relative esenzioni previste dalla normativa regionale. Infine, ho chiesto quali misure concrete si intendano adottare per il futuro, per rendere più tempestivi i solleciti, più semplice l’accesso ai referti e più trasparenti le risposte delle Aziende sanitarie.
Il problema non è soltanto il recupero crediti di oggi, ma la trascuratezza di anni, che ha prodotto un buco di bilancio e un danno di fiducia verso le istituzioni. È da queste situazioni che occorre ripartire, per garantire la sostenibilità del sistema sanitario e la tutela dei cittadini, che hanno diritto a non vedersi chiedere somme non dovute dopo 5 anni.
—
Photo credit: AUSL Romagna