Nel dibattito in Aula sulla Sessione Europea 2025, uno degli argomenti più ricorrenti è stato quello della semplificazione. Semplificare è necessario, soprattutto per le piccole e medie imprese, spesso schiacciate da adempimenti ridondanti. Per questo è necessario che la Regione faccia quello che ha già deciso nel novembre 2021, quando i firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima hanno condiviso il Patto per la semplificazione della Regione Emilia-Romagna, articolato in 11 linee di azione e 78 misure. Dal 2021, però, non è stato fatto sostanzialmente niente. Il Patto per la semplificazione, citato anche a pagina 7 della risoluzione 726 oggetto dei lavori odierni, deve passare dalle parole ai fatti.
Ma non basta: è necessario anche ridurre il numero di enti da cui dipendono le autorizzazioni che servono a fare impresa, ricerca, ed occorre trasparenza. Deve essere chiaro quanti soldi arrivano dall’Europa, a chi vengono dati, a che scopo e quale impatto hanno dal punto di vista economico, sociale ed educativo. Bisogna garantire la partecipazione effettiva e trasparente della società civile, dei cittadini e delle imprese del territorio, attraverso strumenti di consultazione pubblica accessibili e la pubblicazione annuale di un report dettagliato sulle attività partecipative svolte e sui loro esiti. Ma anche questo emendamento non è stato recepito.
L’unica buona notizia è l’approvazione di un emendamento proposto a prima firma dal consigliere Marco Mastacchi (Rete Civica) con il quale, in materia di contributi PAC che vengono forniti agli agricoltori, si mette per iscritto il dovere di garantire una maggiore celerità nelle istruttorie e nei pagamenti per assicurare efficacia e tempestività agli interventi.