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Pipe per il crack, la Giunta chiarisca la sua posizione. L’interrogazione del centrodestra

29 Agosto

I capigruppo del centrodestra in Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna hanno presentato un’interrogazione alla Giunta regionale dopo le notizie, diffuse dalla stampa, secondo cui il Comune di Bologna avrebbe avviato un progetto di distribuzione gratuita di pipe per il consumo di crack. L’amministrazione comunale del capoluogo di Regione ha spiegato che la misura sarebbe finalizzata a ridurre i rischi legati all’uso di materiale non sterile e, al tempo stesso, a favorire l’avvicinamento dei consumatori ai servizi di assistenza e disintossicazione. Inoltre, è emerso che la stessa iniziativa è già stata avviata da tempo anche in altre realtà, ad esempio a Parma.

I firmatari dell’interrogazione, Elena Ugolini (Rete civica), Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia), Pietro Vignali (Forza Italia) e Tommaso Fiazza (Lega) sottolineano tuttavia che fornire strumenti direttamente utilizzabili per l’assunzione di sostanze stupefacenti rischia di configurare una forma di agevolazione all’uso di droga, in contrasto con quanto previsto dall’articolo 82 del DPR 309/1990, che vieta espressamente qualsiasi condotta atta a favorire l’assunzione di stupefacenti. La normativa nazionale in materia di contrasto alle tossicodipendenze, ricordano, prevede azioni di prevenzione, cura e riabilitazione, ma non contempla la possibilità per un ente pubblico di distribuire strumenti che facilitino il consumo se non all’interno di percorsi terapeutici formalmente strutturati e riconosciuti.

Inoltre, evidenziano i quattro capigruppo di opposizione, questa iniziativa sulle pipe per il crack rientra in quell’approccio, caro alla sinistra, che vuole intervenire sul problema della tossicodipendenza senza però escluderne completamente la grave negatività che essa ha sulla vita degli individui e la società nel suo complesso. Altre azioni che vi rientrano sono già clamorosamente fallite, non ultima quella di “Paradise street” a Reggio Emilia dove i fenomeni di degrado e criminalità sono addirittura notevolmente aumentati anziché diminuire. L’unico approccio serio verso la tossicodipendenza rimane quello di dare messaggi chiari sulla sua assoluta dannosità e di farne diminuire la domanda. Questa è peraltro la direzione sulla quale si muove con determinazione il Governo nazionale così come ha ribadito anche alcuni giorni fa la Premier Giorgia Meloni.

Da qui la preoccupazione che l’iniziativa del Comune di Bologna possa creare un precedente problematico sotto il profilo giuridico e istituzionale, senza alcuna certezza circa la reale efficacia della misura in termini di tutela della salute e contrasto alle dipendenze.

Per questo, con l’atto ispettivo depositato in Assemblea, il centrodestra chiede alla Giunta se fosse a conoscenza del progetto, ritenga se la misura compatibile con il quadro normativo vigente, se non intenda verificare la legittimità e le conseguenze legali e sanitarie dell’iniziativa e quali azioni intenda promuovere per garantire che in Emilia-Romagna gli interventi di riduzione del danno e prevenzione delle tossicodipendenze si sviluppino esclusivamente all’interno di percorsi terapeutici strutturati, rispettosi della legge e orientati alla reale disintossicazione.

“È necessario – dichiarano i capigruppo di centrodestra – che la Regione faccia chiarezza e assuma una posizione netta a tutela della legalità, della salute dei cittadini e delle politiche di contrasto alla droga”.

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