Ad oggi sono circa 220mila le persone anziane e non autosufficienti nella nostra regione. Poco meno di 16mila sono ospitate nelle Case di residenza per anziani (di cui 9.000 con problemi di demenza) e ben 9.064 risultano in lista d’attesa per farvi ingresso. Il Fondo per la non autosufficienza della nostra regione è già molto alto, ma non basta. Solo per aumentare di 750 unità i posti letto per soggetti non autosufficienti si dovrebbe investire 20 milioni di euro.
Ai nostri anziani vengono garantite un milione e ottocentomila ore di assistenza domiciliare all’anno. Sembra un numero enorme ma distribuito sulle 16.200 persone interessate diventano appena due ore settimanali a persona. Mettendo insieme le informazioni, risulta che i principali servizi sociosanitari della regione raggiungono appena il 23% dei non-autosufficienti, un dato che raggiunge il 43% considerando gli anziani seguiti in casa da “badanti” assunte in modo regolare.
Sono solo alcuni dei dati che abbiamo ascoltato oggi dall’assessore Isabella Conti nella prima seduta della Commissione salute e politiche sociali della Regione.
L’urgenza dell’informativa nasceva dal fatto che la legge nazionale 193 del 16 dicembre 2024 impone di procedere ad una revisione complessiva di tutta la disciplina relativa all’accreditamento, legge alla quale seguirà a breve una delibera della Giunta che prorogherà le vecchie norme sull’accreditamento e bloccherà la legge regionale che aveva rivisto l’accreditamento a livello regionale il 9 luglio scorso. Sembra un particolare, ma non lo è. Questo “incidente” di percorso potrebbe permettere di rivedere l’impianto della norma approvata il 9 luglio scorso, che aveva provocato critiche da chi tutti i giorni fornisce un servizio così importante per le persone più fragili. La richiesta di standard più elevati a fronte di un compenso non adeguato, ad esempio, o la mancanza di flessibilità.
Il merito dell’Assessore è stato quello di partire dai dati chiedendo di rivedere insieme la proposta complessiva per far fronte ad una questione coì complessa. La cosa che non ha evidenziato, invece, è che nella nostra Regione il 71,91% dei servizi residenziali rivolti agli anziani non autosufficienti e alle persone con disabilità è gestito dal privato accreditato no-profit (l’ultimo report regionale disponibile è del 13 febbraio 2024, riferito a dati del 2022). È con chi si occupa ogni giorno degli anziani o delle persone con disabilità che occorre ripensare ai servizi e ai modelli di accreditamento. Questa è la vera emergenza.
Serve diversificare i modelli per garantire modalità di servizio diverse, per dare ad ognuno quello di cui ha bisogno e remunerare in modo adeguato il personale. Non ha senso usare lo stesso criterio per un novantenne in salute e un settantenne con una demenza grave. Occorre pensare a come potenziare la medicina territoriale per prevenire e anticipare i problemi acuti, valorizzare la rete dei medici di medicina generale, il supporto delle farmacie dei servizi che possono favorire l’appropriatezza della cura; è fondamentale supportare i “caregiver” e migliorare l’assistenza domiciliare. Sono solo alcune delle direzioni che occorrerà intraprendere, capendo in che modo poter mettere a frutto tutte le risorse umane, economiche e professionali a nostra disposizione.