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Medici di base ossatura del sistema: serve subito un accordo integrativo condiviso

29 Settembre

Questa mattina, in Commissione Salute, si è tenuta l’audizione che avevo richiesto lo scorso 7 aprile, con i rappresentanti delle principali associazioni sindacali dei medici di Medicina Generale. Ho voluto fortemente questo momento perché i medici di base sono l’ossatura fondamentale per arrivare a tutti, soprattutto ai più fragili, ai malati cronici, agli anziani.

All’inizio della seduta, l’assessore Fabi ha affermato che occorre una coprogettazione su di una materia così complessa e dopo queste audizioni mi sembra che questa necessità sia ancora più urgente. La prima evidenza è che l’assessorato in questi mesi ha ascoltato solo alcuni dei diversi mondi che qui sono stati rappresentati e non ha ancora costruito un accordo integrativo. Da cittadina ritengo che questo sia il primo cambiamento necessario. È fondamentale che la nostra Regione abbia subito l’accordo integrativo per questa parte così importante della medicina regionale che permette di arrivare in modo capillare ad ogni singola persona, in tutte le zone dell’Emilia-Romagna. È necessario che la visione di questo accordo sia condivisa e costruita con i 2736 medici di base che tutti i giorni lavorano per garantire la nostra salute.

C’è un secondo punto su cui mi vorrei soffermare. Riguarda i divari territoriali presenti nella nostra Regione che sono riemersi di nuovo all’interno nella relazione introduttiva dell’assessore Fabi e negli interventi di questa mattina. Ci sono differenze troppo grandi sia per le liste d’attesa che per la possibilità di avere certe prestazioni.

Terzo punto, va letta con molta attenzione la lettera inviata dalla FIMMG (Federazione dei Medici di Medicina Generale) all’assessore Fabi. Denuncia degli aspetti gravissimi all’interno del nostro servizio sanitario regionale che si vanta di non avere liste d’attesa. “Liste d’attesa e presa in carico fittizia” e “disservizi al CUP e rifiuto delle prescrizioni” sono i principali capi d’accusa. Poi critica aspramente la limitazione della possibilità di prescrivere migliaia di esami.

C’è un quarto aspetto che volevo sottolineare. Riguarda la necessità della valorizzazione della professione dei medici di medicina generale. La valorizzazione è impossibile senza che esista senza una rendicontazione vera di quel che si fa. Siamo un Paese che fa fatica a garantire degli standard: alcuni medici di base lavorano senza risparmiarsi, seguono con grande dedizione e professionalità i loro pazienti (in media 1800, per molta parte anziani o malati cronici), altri invece sono difficilmente reperibili. Più volte ho sentito battute sul fatto che i CAU sono nati per sopperire all’assenza dei medici di base che dovrebbero costituire il primo presidio sul territorio. Forse invece di creare un altro ente che in un anno costa più di 35 milioni sarebbe stato meglio chiedersi in che modo costruire un accordo per valorizzare e rafforzare la presenza dei medici di famiglia. Alla medicina di base vanno 339 milioni di euro dei 10,5 miliardi del bilancio regionale (il 5,4%). In media 102,75 euro per assistito.

Quello che ho chiesto sia all’assessorato che ai sindacati è un uso corretto dei fondi. Quando si tratta di salute delle persone occorre essere rigorosi, non possiamo accontentarci. Se ci sono degli indicatori e delle condizioni che vengono richieste all’interno di un accordo, bisogna fare in modo che siano rispettate. E questo va fatto a tutela di chi lavora con onestà e competenza e, soprattutto, di chi sta male ed ha bisogno. C’è troppa differenza di comportamento fra un medico e un altro.

Dobbiamo chiederci veramente quali sono le condizioni perché i medici possano lavorare al meglio, perché possano usare il loro tempo per la cura dei pazienti e non in mansioni che potrebbero essere svolte da una segreteria.

Ed è altrettanto importante valutare non solo il numero dei processi svolti ma gli esiti di quei processi rispetto al principio cardine di tutto il nostro operare che dovrebbe essere sempre la centralità del paziente.

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