News e
rassegna stampa

La revoca della delibera sui ristori Covid crea un precedente pericoloso

24 Luglio

La revoca in autotutela della delibera di Giunta regionale n. 2133 del 2024 è un atto di gravità inaudita, oltre che giuridicamente discutibile, che crea un precedente pericoloso. Se la Regione Emilia-Romagna ritiene legittimo, a distanza di anni, annullare unilateralmente un accordo dopo che l’altra parte ha rispettato ogni impegno assunto, allora viene meno ogni certezza del diritto.

Se chi governa chiede a delle strutture private accreditate di impegnarsi a tenere aperti i propri servizi per un’esigenza pubblica, di erogare dei servizi ricevendo dalla Regione degli acconti a fronte di una richiesta della stessa e, dopo cinque anni, annulla tutto e chiede indietro 80 milioni, com’è possibile investire all’interno della nostra Regione? Se nemmeno una delibera di Giunta rappresenta più una garanzia, quali certezze restano per imprese, cittadini, lavoratori e investitori?

Gli ospedali privati accreditati forniscono un servizio pubblico che collabora a rispondere alle esigenze dei cittadini emiliano-romagnoli all’interno del servizio sanitario regionale. Nella nostra regione, la sanità privata accreditata eroga il 25% delle prestazioni a fronte di un 15% di finanziamento rispetto al totale.

Dunque che cosa ha portato la nostra Regione a questa scelta così grave e irresponsabile? Forse la reale motivazione è un bilancio regionale sempre più in affanno, che costringe a fare cassa perfino a scapito della lealtà istituzionale e della tenuta dei servizi essenziali?

Quando ho raccontato questa vicenda in Aula, era presente anche il presidente De Pascale, che ci ha onorato della sua presenza in Assemblea Legislativa per la terza volta da inizio mandato. Nel suo lungo intervento ha trasformato il senso del mio discorso, nel quale avevo sottolineato il contributo essenziale del privato accreditato, descrivendomi tra le righe come quella che vorrebbe privatizzare il servizio sanitario. Lo ringrazio perché ha dimostrato nuovamente quanto sia facile cambiare la narrazione di fatti e dichiarazioni per portare acqua al proprio mulino. Non ho mai affermato infatti che desidero privatizzare la sanità.


Ieri mattina era però doveroso sottolineare il contributo essenziale del privato accreditato. E l’ho fatto riportando dati relativi al 2023 che forse hanno infastidito il presidente. Infatti, in Emilia-Romagna, nel 2023, gli ospedali pubblici hanno ricevuto 3 miliardi 501 milioni 374 mila euro e hanno prodotto prestazioni per 1 miliardo 923 milioni 87 mila euro (in base alle tariffe ministeriali). In confronto, gli ospedali privati accreditati hanno ricevuto 650 milioni 626 mila euro e hanno fornito prestazioni per 650 milioni 626 mila euro. Perché c’è questa grande differenza? Perché non andare a vedere se c’è qualcosa da cambiare per essere più efficienti, efficaci ed appropriati?


Non finirò mai di dirlo. È inutile continuare a mettere delle toppe: serve una nuova visione che sappia valorizzare le professionalità, sia capace di introdurre nuovi modelli organizzativi e sappia fare delle scelte per garantire e migliorare il servizio, per abbattere le liste d’attesa e garantire a tutti cure appropriate.

IL TUO CONTRIBUTO è fondamentale

Sostieni la campagna con una donazione