Oggi in Aula, nel question time, ho chiesto spiegazioni sulla concessione dell’Aula Magna dell’Ospedale Maggiore di Bologna per la realizzazione del convegno dello scorso 9 dicembre, dal titolo “Legge di bilancio: ancora un colpo alla sanità pubblica”, al quale avevano partecipato figure apicali del Servizio sanitario regionale.
La risposta dell’assessore Fabi è stata molto deludente. Anziché fornire un chiarimento sul metodo e sulle regole, cioè sulla neutralità che deve caratterizzare un’azienda sanitaria pubblica, si è rifugiato in giudizi di merito sulla Legge di bilancio nazionale, con le solite affermazioni sul sottofinanziamento.
Del convegno si è limitato a dire che era legittimo, addirittura espressione della politica con la P maiuscola, “esercizio più alto della democrazia”. L’Aula Magna dell’Ospedale Maggiore si sarebbe così prestata al confronto tra posizioni diverse. Ma siamo seri?
Già dal titolo, anche senza simboli di partito, il messaggio che l’incontro voleva trasmettere non ammetteva posizioni diverse. Accogliendo nei propri locali un evento così esplicitamente schierato contro il Governo, è evidente che un’istituzione cessa di essere neutrale e diventa “di parte”.
Chi guida un’istituzione pubblica non dovrebbe legittimare un’impostazione così divisiva. Lo stesso presidente De Pascale, pochi giorni fa, parlando del suo ruolo in un’intervista, ha dichiarato che “un amministratore non dovrebbe iscriversi a delle correnti di partito”. La realizzazione di un convegno di questo tipo in locali di proprietà dell’AUSL e la promozione dello stesso sul portale ufficiale dell’azienda sanitaria, accanto ad altre notizie istituzionali riguardanti la salute dei cittadini, costituiscono un precedente con forti implicazioni per la credibilità, la neutralità e l’imparzialità del Servizio sanitario regionale.
Esistono regolamenti che parlano chiaro e richiamano il divieto di proselitismo politico nell’utilizzo degli spazi aziendali: perché, in questa vicenda, non si è sentita l’esigenza di maggiore prudenza istituzionale? A maggior ragione perché coinvolti i più alti dirigenti e utilizzato un canale ufficiale come il sito dell’AUSL di Bologna.
Io continuerò a vigilare perché la sanità dell’Emilia-Romagna resti fuori dalla propaganda e resti, senza ambiguità, dalla parte di tutti i cittadini.