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Bologna, pipe per il crack con fondi pubblici: è “riduzione del danno” o concorso in spaccio?

27 Agosto

Il Comune di Bologna ha annunciato che distribuirà pipe gratuite per fumare crack ai consumatori di questa sostanza. Anziché utilizzare risorse pubbliche per la prevenzione, l’assessora Matilde Madrid ha scelto di spenderle per “coltivare” le dipendenze. Si tratta di una decisione irresponsabile. Non è un caso che, stando all’ultimo rapporto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Bologna detenga già ora il primato in Italia per uso di sostanze stupefacenti.

Lo stesso rapporto ci dice che nel 2024 quasi 910 mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni hanno provato almeno una sostanza psicoattiva illegale e 620 mila ne hanno fatto uso nell’ultimo anno.

Di fronte a numeri così allarmanti e ad una sostanza pericolosa come il crack, il Comune sceglie di spendere soldi dei cittadini non per educare alla libertà, non per percorsi di prevenzione, non per contrastare il fenomeno, ma, di fatto, per renderlo stabile. È una scelta che rivela la cultura di chi amministra la nostra città, che preferisce mantenere le persone intrappolate nella dipendenza e nel degrado, invece di aiutarle a liberarsene e a ritrovare dignità.

L’assessora Madrid presenta questa iniziativa come risposta all’aumento degli utilizzatori di crack, come modalità per arginare la diffusione della sostanza e per salvaguardare la salute degli attuali consumatori. Ma normalizzare strumenti per il consumo rischia di stabilizzarne l’uso e di avvicinare nuove persone ad una sostanza che crea dipendenza molto velocemente. Bastano pochissime assunzioni per rimanere intrappolati.

I fondi pubblici devono essere usati per la prevenzione, per la crescita dei giovani, per aiutare le famiglie, per la dignità delle persone, non per rendere più agevole l’accesso alle droghe e per rendere “normale” vivere in mezzo alla strada facendo uso di sostanze stupefacenti. Per questo porterò la questione in tutte le sedi opportune e chiederò il sostegno delle altre forze politiche: serve un cambio radicale di prospettiva. Non possiamo essere equivoci. Essere liberi non significa cedere a sostanze che distruggono la vita propria e altrui, ma scegliere il bene, il futuro, la dignità delle persone.

Vorrei sapere cosa ne pensano il presidente De Pascale e l’assessore Fabi.

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