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Valorizzare la rete delle 1392 farmacie per una distribuzione di farmaci più capillare e a sostegno dei più fragili

30 Settembre

Oggi in Aula si è riaperta la discussione sul sistema di distribuzione dei farmaci, a partire da una risoluzione a prima firma Marcello (Fratelli d’Italia) e da me sottoscritta, a cui è stata abbinata un’altra risoluzione sullo stesso tema proposta dalla maggioranza. Al centro, una questione molto concreta per la vita quotidiana di migliaia di persone, in particolare anziani, malati cronici e persone fragili.

I dati parlano chiaro: nel 2024, in Emilia-Romagna, la spesa farmaceutica attraverso la distribuzione diretta tramite ospedali e AUSL è salita a 437,2 milioni (+12,4%). All’interno di questa voce, 38 milioni riguardano i farmaci post-dimissione ospedaliera, come previsto originariamente dalla Legge 405/2001, e 246 milioni la cosiddetta “presa in carico” di pazienti non ricoverati, che sono costretti a prendere permessi dal lavoro o a farsi accompagnare per andare a ritirare quei farmaci solo e unicamente nelle farmacie ospedaliere.

Ho presentato emendamenti alla risoluzione della maggioranza perché si arrivasse in modo chiaro alla stessa conclusione: valorizzare la rete delle 1.392 farmacie per rendere più capillare la distribuzione dei farmaci, favorire l’appropriatezza della cura e utilizzare al meglio le risorse disponibili.

Le farmacie possono garantire ciò che le farmacie ospedaliere non riescono a fare per prossimità e capillarità. Penso innanzitutto agli anziani che hanno bisogno di aiuto per non commettere errori nell’assunzione di medicinali, errori che si trasformano in ricoveri; penso a quanti farmaci vanno sprecati e a quanto tempo e quante risorse gravano inutilmente sui bilanci familiari.

Occorre essere conseguenti: nella nostra Regione non abbiamo ancora fatto quello che avremmo potuto fare su questo aspetto. Siamo in grave ritardo. Se non fosse così, non ne avremmo di nuovo discusso oggi.

C’è un tema di sostenibilità e di coerenza: l’accordo sulla “distribuzione per conto” da parte delle farmacie scade il 31 dicembre 2025; è un accordo che prevede una delle remunerazioni più basse d’Italia e, nonostante questo, è stato sottoutilizzato. Serve un rinnovo che riconosca la funzione principale delle farmacie – dispensazione e consulenza farmacologica – e renda sostenibili i servizi svolti (CUP, screening, telecardiologia) senza snaturarne il ruolo.

La prossimità non è uno slogan: è la differenza tra perdere una mattina per ritirare un farmaco o poterlo ottenere sotto casa con un consiglio professionale. Continuerò a lavorare perché la Regione scelga una strada di buon senso, dia regole omogenee su tutto il territorio e misuri pubblicamente accesso, tempi, esiti clinici e costi – compresi quelli “occulti” generati da percorsi inutilmente ospedalieri – mettendo davvero al centro le esigenze dei pazienti.

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