Perché complicare la vita alla gente? Non possiamo continuare a dire che il paziente è al centro e poi fare sempre il contrario. La Regione deve fermare subito il provvedimento che toglie ai medici di base la possibilità di prescrivere 1200 esami clinici, di cui almeno 40 assolutamente usuali. Anche le sezioni di Ferrara e di Reggio Emilia della FIMMG, Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, dopo SNAMI e SMI, hanno espresso con determinazione la propria contrarietà a questa scelta. Si tratta di una decisione incomprensibile, che rende più difficile la vita ai pazienti, allunga i tempi per le diagnosi, aumenta i costi per i cittadini e mette sotto pressione gli ambulatori specialistici.
Perché costringere le persone a duplicare i passaggi per ottenere esami che i medici di medicina generale sono perfettamente in grado di prescrivere? Non è questa la strada per garantire l’appropriatezza delle prestazioni. Al contrario, si rischia di ottenere l’effetto opposto.
Le conseguenze per i pazienti sono gravi. Sul piano economico e dei tempi, saranno costretti a pagare ticket aggiuntivi per accedere allo specialista ospedaliero pubblico, unico autorizzato in base a questo provvedimento a prescrivere certi esami. Sul piano della libertà di scelta, chi si rivolge a un medico specialista di un ospedale accreditato non potrà più passare dal proprio medico di base per ottenere la prescrizione, ma dovrà fare un ulteriore passaggio da uno specialista di un ospedale pubblico, magari in libera professione per evitare le liste d’attesa.
Se l’obiettivo è contenere la spesa sanitaria o ridurre le liste d’attesa, questa non è la strada giusta. Togliere strumenti ai medici di medicina generale significa non riconoscere il loro ruolo, indebolire la medicina di prossimità e peggiorare l’intero sistema. La Regione ha il dovere di ascoltare chi lavora ogni giorno sul territorio e conosce i bisogni reali dei cittadini, non quelli presunti. Questa misura iniqua deve essere bloccata immediatamente ed è necessario aprire un confronto vero con i rappresentanti della categoria.