Sono assolutamente convinta che, se la Regione Emilia-Romagna saprà distinguere fra politica, gestione e professione, come ha detto l’assessore Fabi in Commissione quest’oggi, potrà davvero migliorare il suo servizio sanitario. Dobbiamo valorizzare il merito al di là dell’appartenenza, ho aggiunto. È un punto che ho condiviso anche durante la campagna elettorale, in diversi dialoghi con il Presidente De Pascale, dialoghi che spesso si concludevano con un suo commento emblematico: “Andiamo in procura”. Credo che questo modo di ragionare vada radicalmente cambiato. Sappiamo tutti che a volte esistono condizionamenti sottili che non valorizzano il merito, ma l’appartenenza, e così deprimono le professionalità, le competenze.
Gli altri aspetti su cui Fabi ha detto di voler lavorare sono l’appropriatezza, l’introduzione di nuovi modelli organizzativi e la richiesta di una maggiore efficienza. Speriamo lo si faccia senza rimanere legati a vecchi modelli, vecchi privilegi e alla retorica del “meglio di noi nessuno”!
Durante la discussione sul bilancio preventivo 2025-2028 mi è stato chiesto più volte di indicare esempi di risparmi per evitare il disavanzo previsto per la sanità. Ho deciso di impegnarmi personalmente per approfondire questo tema. Credo sia difficile valutare le scelte quando esiste un pensiero unico e un’unica narrazione, un unico modello. Serve un punto di paragone esterno per capire se esistono alternative concrete.
Guardando il rapporto annuale 2023 dei dati sanitari SDO (le schede di dimissione ospedaliera), l’ultimo disponibile, c’è un dato che andrebbe analizzato con attenzione e coraggio. In Emilia-Romagna, nel 2023, gli ospedali pubblici hanno ricevuto 3 miliardi 501 milioni 374 mila euro e hanno prodotto prestazioni per 1 miliardo 923 milioni 87 mila euro (considerate le quote stabilite dal Ministero sui DRG, ricoveri, ecc.). Un valore già corretto tenendo conto della complessità delle prestazioni che vengono erogate all’interno degli ospedali pubblici. In confronto, gli ospedali privati accreditati hanno ricevuto 650 milioni 626 mila euro e hanno fornito prestazioni per 650 milioni 626 mila euro, con lo stesso criterio.
Perché c’è questa grande differenza? Perché non andare a vedere se c’è qualche cosa da cambiare per essere più efficienti, efficaci ed appropriati?