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Sanità, nel 2024 in Regione c’é un “buco” da 210 milioni di euro

24 Aprile

La scorsa settimana è venuto a galla, di nuovo, che i conti della Sanità della Regione Emilia-Romagna sono in rosso. Il buco nel bilancio preconsuntivo 2024 è di ben 210 milioni di euro. Per vederlo in modo chiaro è servita l’audizione della Corte dei Conti sul documento di finanza pubblica (https://eu.docworkspace.com/d/sIEGc0NzWAdD7jsAG). Come si legge a pag. 55 “registrano perdite Piemonte, Liguria, Toscana e Umbria, che nel complesso vedono aumentare il disavanzo da 367 milioni ad oltre 530 nel 2024, a cui si aggiunge nell’esercizio appena concluso l’Emilia-Romagna portando il disavanzo delle ragioni a statuto ordinario del Centro Nord ad oltre 720 milioni”. I conti sono presto fatti. La nostra regione nel 2024 va sotto di 210 milioni con un aumento sostanziale rispetto al 2023, dove il giudizio di parificazione della Corte dei Conti del 19 ottobre 2023 aveva evidenziato un disavanzo di 85 milioni di euro, coperto con “risorse fortuite ed occasionali”.

E come ha reagito chi ci governa? Dopo aver tenuto nascosto questo dato in campagna elettorale senza dire che sarebbero andati a prendere risorse “sicure” dall’aumento delle tasse, si sceglie ancora la linea del silenzio. La Regione Emilia-Romagna è stata convocata dal MEF per l’aggiornamento della verifica dei conti della spesa sanitaria lo scorso 17 aprile alle ore 10 e non è trapelato nulla.

Anziché continuare a ricondurre tutti i problemi della sanità ad un’unica causa, che non dipende dalla Regione, ossia il sottofinanziamento del governo, come ha fatto anche ieri l’Assessore Fabi al “Convegno Sanità bene comune”, sarebbe il caso di iniziare a domandarsi cosa si può cambiare perché un servizio di alta qualità sia allo stesso tempo sostenibile. Perché non guardare al Veneto, al quale abbiamo ceduto la prima posizione nella graduatoria Agenas sui Livelli essenziali di assistenza in fatto di sanità? Perché siamo scesi al quarto posto della classifica proprio per problemi legati alla medicina territoriale? Perché il Veneto, a differenza dell’Emilia-Romagna non ha più problemi di liste d’attesa? Perché con questi risultati ha il bilancio in pari e riesce a mettere da parte un tesoretto per aumentare il premio di risultato agli infermieri? Il paragone con questa regione può aiutare perché ha il nostro stesso finanziamento ed ha una popolazione simile alla nostra, per numero ed età media. Invertire il trend di aumento della spesa sanitaria con interventi spot è impossibile, occorre una visione d’insieme che sappia coniugare qualità dei servizi e sostenibilità economica. Ed è urgente farlo.

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