L’articolo dell’editorialista Giovanni De Plato uscito sul Corriere di Bologna sul tema dei ristori per gli ospedali privati accreditati ha un merito: aver esplicitato la relazione esistente fra la decisione di annullare la delibera del 2024 e il bisogno di coprire il deficit di bilancio della sanità regionale. Peccato che le sue argomentazioni tralascino alcuni aspetti fondamentali.
Primo: l’origine di tutta la questione è la richiesta che Bonaccini fece nel 2020 agli ospedali privati accreditati di rimanere aperti per mettere a disposizione tutti i letti e rispondere all’emergenza Covid.
Secondo: gli 80 milioni di cui stiamo parlando sono già stati dati dalla giunta Bonaccini a fronte di una delibera del 2020.
Terzo: l’autoannullamento della delibera non c’entra nulla con il payback voluto da Renzi, una norma che, seppur ingiusta, era nota a tutti. Oggi De Pascale sta chiedendo al privato accreditato di restituire soldi già ricevuti per servizi resi, senza che in nessun atto della Regione ci sia alcun cenno a quello che sta accadendo ora.
Quarto: il deficit della sanità regionale non viene dal pianeta Marte o dal fatto che il 15% delle risorse va al privato accreditato (che comunque eroga il 25% delle prestazioni del servizio sanitario regionale), ma dalla gestione di una Regione che è sempre stata governata dalla stessa parte politica.
Quinto: durante la campagna elettorale De Pascale ha sempre negato che ci fosse un buco nella sanità e non ha mai detto ai cittadini emiliano-romagnoli che avrebbe inteso colmarlo con l’aumento delle tasse.
Clicca al link sottostante per leggere il mio intervento integrale pubblicato nell’edizione del 15 agosto del Corriere di Bologna.